Pinacoteca civica
Per tutti gli amanti dell’arte, dei colori e della cultura una tappa da non trascurare e assolutamente da non sottovalutare nella visita della città è sicuramente la Pinacoteca Civica, luogo d’arte che riuscirà a sorprendervi. La ricchezza e la bellezza delle sue collezioni di opere d’arte vi lascerà senza parole!...
…Si tratta di un vasto repertorio di dipinti e sculture di varia datazione, dal XV al XX secolo, e ciascuna di queste opere esprime una grande bellezza e la capacità di suscitare grandi emozioni nell’osservatore.
La Pinacoteca è ubicata nei locali annessi al Teatro Comunale “Francesco Cilea”, l’ingresso è alla sinistra del foyer del teatro e le sue sale espositive si trovano al primo piano in eleganti ambienti.
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Itinerari di visita
Entrando in Pinacoteca il nostro sguardo è catturato dall’imponente scala spiraliforme che ci conduce alle sale espositive, che si sviluppa con leggerezza grazie alla struttura metallica e alle pedate in lastre trasparenti. Essa è parte integrante del progetto di restauro e di allestimento museale che è stato curato dal Prof. Arch. Fabio Mariano, docente universitario di chiara fama. Egli ha saputo riorganizzare i grandi spazi a disposizione in un susseguirsi di sale ben articolate tra loro: infatti le undici sale sono suddivise in cinque sezioni nelle quali l’esposizione delle opere si basa su un criterio cronologico.
Sala 1: dedicata alle due tavolette lignee San Girolamo penitente e Angeli in visita ad Abramo di Antonello da Messina, principale pittore siciliano del '400 che seppe fondere l'attenzione al dettaglio della pittura fiamminga con lo spirito umanistico della scuola italiana.
Sala 2: si trovano opere su tavola realizzate tra il XV ed il XVII secolo, e dipinti su tela del XVII secolo, tra i quali Cristo e l’adultera del noto pittore napoletano Luca Giordano.
Sale 3 e 4: l’itinerario prosegue con le opere del XVII secolo, tra le quali spicca il dipinto su tela Il ritorno del figliol prodigo del calabrese di fama internazionale Mattia Preti.
Salone centrale (sala 5): questo grande spazio centrale è impreziosito da tre eleganti lampadari in vetro di murano, da stucchi che incorniciano il soffitto e le pareti, queste interamente dipinte con decorazioni a finto marmo. In questa splendida cornice sono collocate le più importanti opere del XVIII secolo della collezione comunale, quali le tele del reggino Vincenzo Cannizzaro, tra le quali spicca Il martirio di S. Lorenzo, i paesaggi del napoletano Salvator Rosa, le nature morte dei De Caro, la tela Cantiere di navi di Adrien Manglard. Vi sembrerà di entrare in una cascata di colori!!! Inoltre, la ricca esposizione del salone si arricchisce di una scultura cinquecentesca in marmo del Laocoonte, attribuita a Pietro Bernini dallo storico dell’arte Alessandra Migliorato.
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Sala 6: ci sono altre opere del XVIII secolo
Sala 7: sono esposti ritratti del XIX secolo di alcuni illustri uomini reggini, personalità di spicco della vita culturale e sociale della nostra città, cultori di storia patria e politici impegnati la cui attività ha caratterizzato profondamente la storia della nostra Reggio di quell’epoca. In questa sala si potrà apprezzare il forte realismo che ha animato l’arte dei pittori ritrattisti calabresi, apprezzati e richiesti nell’ambiente delle famiglie nobili o di antiche origini per la loro capacità nel raffigurare le fisionomie dei volti e indagare le personalità. Di particolare pregio sono il Ritratto di certosino del crotonese Gaele Covelli e il Ritratto di Fanny Salazar di Vincenzo Jerace.
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Sala 8: sono esposti i paesaggi del XIX secolo dei reggini Ignazio Lavagna Fieschi, Giuseppe Benassai, Annunziato e Tommaso Vitrioli. Gli artisti calabresi trovano importanti fonti di ispirazione nell’arte napoletana (Scuola di Posillipo), dalla quale colgono la vivacità che, unita al linguaggio romantico, trasmette una grande forza di sentimento. Di particolare impatto visivo sono le due grandi tele di Giuseppe Benassai, La quiete e Aspromonte. Ci si può letteralmente immergere nell’atmosfera tranquilla di questi paesaggi!
Nella stessa sala è anche La battaglia di Capua del pittore di Cortale Andrea Cefaly che si impose come il più importante artista calabrese del suo tempo nel genere storico. Che emozione osservare con quanto realismo l’artista descrive tutto ciò che accade sul campo di battaglia nello scontro tra garibaldini e soldati borbonici!
Sale 9 e 10: si trovano le opere del XX secolo di artisti calabresi, quali Rubens Santoro, Francesco Raffaele, Antonio Cannata, Enzo Benedetto e altri, ed artisti provenienti da altre parti d’Italia come Giovanni Omiccioli, Giampiero Restellini e Renato Guttuso. Tra le opere più sentimentali vi sono la commovente tela Sans famille di proprietà del Comune di RC, realizzata da Rubens Santoro, e la tela Stabat Mater (Donna in preghiera) di Francesco Raffaele. Ma ciascun artista ci trasmette tantissime emozioni molto diverse tra loro!
Sala11: sono esposte le sculture di Pasquale Panetta, Saverio Gatto, Emilio Caputo; tra tutte spicca la scultura Nosside di Locri del noto scultore nato a Polistena Francesco Jerace e il delicatissimo Busto di Rosetta di Pasquale Panetta, volto bellissimo scelto come immagine base per il logo della Pinacoteca.
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Sala 12: troviamo altre tele XVIII secolo.
Breve storia della Pinacoteca
La prima istituzione museale di Reggio Calabria è stata il Museo Civico.
Fu istituito con delibera del Comune nel 1873 e inaugurato dal sindaco Fabrizio Plutino il 18 giugno 1882.
In esso venivano accolte le opere passate al Comune per effetto del R.D. 3036 del 7 luglio del 1866 (che sopprimeva enti e corporazioni religiose) oltre i reperti archeologici provenienti dalle campagne di scavo attivate durante i lavori di riedificazione della città dopo il terremoto del 1783 e di costruzione della linea ferrata Reggio - Eboli.
Dopo alcune sistemazioni provvisorie il Museo Civico fu infine trasferito presso uno dei cinque corpi di fabbrica chiamati “Palazzina” che costituivano il fronte mare della città nel piano di ricostruzione di G. B. Mori.
Nel 1890, il Museo veniva intitolato allo studioso di storia patria Domenico Spanò Bolani.
Tra le opere più pregiate della Raccolta “propria” del Museo si annoverano:
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le tavolette Apparizione degli Angeli ad Abramo e San Gerolamo penitente di Antonello da Messina (provenienti dalla Famiglia Rota);
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Caino e Abele, un olio su tela del XVII sec. di pittore napoletano (proveniente dall’Oratorio dei PP. Filippini).
Dopo il terremoto del 1908 il primo nucleo patrimoniale si arricchiva con l’acquisizione di due importanti collezioni private:
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nel 1909 ben 65 opere di vario soggetto (sacro, paesistico, scene di genere, nature morte e ritratti di famiglia) della raccolta di Domenico Genoese e derivanti dalla quadreria del nobile patriota reggino Federico Genoese;
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nel 1915 la raccolta dell’800 artistico dell’area meridionale Monsolino-Lavagna-De Blasio, venduta al Comune da un collezionista locale.
Il Museo Civico intanto veniva ricostituito nel 1911 e le collezioni raccolte furono depositate temporaneamente nei seminterrati dell’Istituto Tecnico “R. Piria” sotto la direzione di Nicola Putortì.
Nel 1924, con la nuova legislazione di tutela, veniva riorganizzata la Soprintendenza calabrese, con competenza sia per i beni archeologici che per quelli architettonici e artistici sulla Calabria e sulla Basilicata, e pertanto veniva proposta dallo stesso Ministro della Pubblica Istruzione la fusione delle collezioni civiche con quelle statali.
Soltanto nel 1948, dopo la costruzione di Palazzo Piacentini, che ospita il Museo Nazionale della Magna Grecia, oggi MArRC, veniva legalizzata la fusione delle collezioni sulla base di una convenzione stipulata tra il Comune di Reggio Calabria e il Ministero della Pubblica Istruzione.
Il Museo veniva inaugurato e aperto al pubblico nel 1956 e nel 1969 veniva inaugurata la Pinacoteca allestita in alcuni locali posti al secondo piano dell’edificio.
L’attuale sede della Pinacoteca è stata inaugurata nella primavera del 2008 allo scopo di ospitare il cospicuo patrimonio di opere di pittura e scultura fino ad allora custodite presso il Museo Nazionale della Magna Grecia, opere esclusive di collezioni d’arte private donate alla città da nobili famiglie reggine e da personaggi illustri.
Nell’attuale sede della Pinacoteca Civica sono confluite poi alcune opere acquisite dal Comune tra il 1920 e il 1951 come arredo degli edifici di rappresentanza ricostruiti dopo il terremoto del 1908. Si tratta per lo più di dipinti, sculture e disegni di rinomati artisti calabresi o di maestri di ambito napoletano del '800 e del '900 provenienti dalle Biennali d'arte Calabrese promosse da Alfonso Frangipane. Tra le opere calabresi si annoverano i dipinti di Rubens Santoro, Enrico Salfi, Antonio Cannata, Enzo Benedetto, Vincenzo Caridi e le sculture di Francesco Jerace, Saverio Gatto, Pasquale Panetta. La più recente acquisizione è la collezione della famiglia Vitrioli.
Tutor: prof.ssa Anna Benedetto
Scheda a cura di Sansiera Gani – 4^DT a.s. 2020/2021