Dopo il terremoto del 1908 il rinnovamento del clima culturale di Reggio fu vivificato dalle Biennali d’Arte promosse da Alfonso Frangipane, artista e storico dell’arte reggino, che cercava il confronto e il dialogo dell’arte calabrese con le esperienze più vive dell’arte nazionale, affinché la Calabria non restasse tagliata fuori dai circuiti artistici importanti. Tramite la rivista “Brutium”, da lui fondata e diretta, egli seguiva con competenza critica l’evolversi dell’arte italiana e calabrese, segnalando gli artisti più rappresentativi che partecipavano alle diverse edizioni delle Biennali e suggerendo al Comune l’acquisizione di opere significative da destinare all’arredo degli ambienti di rappresentanza degli edifici pubblici della ricostruzione. Veniva così a costituirsi un consistente nucleo dell’attuale patrimonio di dipinti, sculture e disegni del Comune ed oggi esposte in queste sale della Pinacoteca Civica.
Tra le opere acquisite dal Comune di Reggio Calabria nel primo trentennio del ‘900 la più commovente è senz’altro “Sans Famille” di Rubens Santoro…
…Il dipinto Sans famille (olio su tela, cm 61 x 106, 1924) fu esposto alla Biennale d’Arte Calabrese nel 1924, ed il Santoro affermò in tale occasione, in una lettera indirizzata ad Alfonso Frangipane, di essersi ispirato all’omonimo romanzo di Malot. L’artista ritrae due bambini orfani che dormono abbracciati. Il punto di vista ribassato pone come centro focale dell’attenzione l’espressione di dolce abbandono e la naturalezza della posa dei protagonisti.
La composizione è equilibrata da quegli effetti di luce così caratteristici della sua pittura. I colori sono terrosi e si limitano ai bruni e ai rossi cupi, così simili tra loro per gradazioni da dare l’impressione di un dipinto monocromo.
La tela riscosse un largo consenso e, in occasione dell’Esposizione, il comitato organizzatore chiese al Santoro di far parte della presidenza d’onore.
Pinacoteca civica, sale 9, 10
Tutor: prof.ssa Anna Benedetto
Scheda a cura di Concetta Alexia D’Agostino – 4^DT a.s. 2020/2021
Breve biografia dell’autore
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Rubens Santoro nacque da una famiglia fuscaldese di letterati e artisti a Mongrassano (Cosenza) il 26 ottobre 1859. A Napoli frequentò il “Real Istituto di Belle Arti” con Domenico Morelli e perfezionò la sua arte attraverso i numerosi viaggi compiuti in Italia e all’estero. A soli quindici anni, cioè a partire dal 1874, debuttò alla Promotrice Napoletana con tre opere: Un balcone, Un’impressione e Una fanciulla che ride, quest’ultima premiata con medaglia d’argento e acquistata da Morelli. Sempre nel 1874 inviò una tela al Salone di Parigi, città che lo vide altre volte presente. Nel 1877, a diciotto anni, fu presente all’Esposizione Nazionale di Belle Arti a Napoli e da allora partecipò alle più importanti
manifestazioni d’arte in Italia e all’estero. Le sue opere piacquero molto ad Adolphe Goupil, un famoso mercante parigino, il quale gli aprì le porte di quel mercato e di quello londinese. A Londra soggiornò frequentemente, e in quella città fu apprezzato come vedutista di Venezia. Partecipò, su invito di Frangipane, alle Biennali Calabresi di Reggio Calabria e le sue opere si trovano in numerosi musei ed edifici pubblici: Napoli: Capodimonte, La bottega dell’antiquario; Milano: Galleria d’Arte Moderna; Torino: Museo civico; Reggio Calabria: Amministrazione Provinciale, Venezia verso sera; Mongrassano: sala consiliare del Palazzo Municipale, Paesaggio ideale.
La sua pittura fu subito apprezzata per la luminosità e la trasparenza del colore, per il tratto vigoroso, per la solidità dell’impianto tonale. Fu pittore di scene d’interno, marine, vedute veneziane, paesaggi di Ischia e di Pescarenico, dipinti ispirati al paese natio. Fece soggetti orientali ma anche dei ritratti a Carolina Santoro, la moglie, Duchessa d’Aosta e Francesco Cilea.
Alla morte del Morelli il Santoro gli successe alla cattedra dell’Istituto di Belle Arti di Napoli e fu nominato Membro della “Reale Accademia di Scienze” e dell’ “Accademia Pontaniana”, già prima di Domenico Morelli; il Re Vittorio Emanuele III lo nominò Grande Ufficiale della Corona d’Italia. Morì a Napoli il 30 dicembre del 1941.
Fonti di ricerca
Andreani G. (a cura di), L’opera esposta, Rubbettino Ed. 1991
AA.VV., La Pinacoteca Civica – Opere dal XV al XX sec., Iiriti Ed. 2008
Campisani U., Artisti calabresi – Ottocento e Novecento, L.Pellegrini Ed.
G. Brigandì, Memorie preziose, Laruffa Ed. 2010
http://www.icsaicstoria.it/santoro-rubens/
http://www.istitutomatteucci.it/dizionario-degli-artisti/santoro-rubens
https://www.sanmarcoargentano.it/ottocento/cognomi_q_z/santoro_rubens.htm
http://www.arbitalia.it/news/cerzeto/omaggio_rubens_santoro.htm