La morte di Ibico, poeta lirico nato a Reggio Calabria nel VI sec. a.C., è legata strettamente alle gru. La leggenda relativa narra che Ibico fu assalito da due briganti e morendo invocò come testimoni uno stormo di gru che passavano in cielo in quel momento. In seguito, i briganti mentre assistevano ad una rappresentazione teatrale, videro volare delle gru e, ridendo, si misero a sussurrare l’uno all’altro: “Ecco le vendicatrici di Ibico”. Uno spettatore che sedeva vicino a loro, udì le parole e capì che avevano a che fare con la scomparsa del poeta. Denunciò il fatto ai magistrati, i briganti furono catturati e confessarono il delitto.
ll più antico autore a parlare di questa leggenda fu Antipatro di Sidone (I sec. a. C.) in un epigramma (Anthologia Palatina VII, 745) in cui enunciava:
O Ibico i briganti ti uccisero (…)
Ma dopo tu invocasti uno stormo di gru,
le quali giunsero testimoni
di te che perivi di morte dolorosissima”.
Anche il luogo in cui avvenne il delitto è ancora testimoniato nell’epigramma di Antipatro dove è scritto che le gru vendicarono la morte di Ibico nella “terra di Sifiso”, fondatore ed eroe principale della città di Corinto.
È noto che Ibico viaggiò molto, diventò famoso per i suoi scritti d’amore e le sue opere erano custodite presso la Biblioteca di Alessandria occupando ben sette volumi. Di tale produzione restano a noi poco più che 170 frammenti.
Ricerca ed elaborato grafico a cura di: Maria Teresa Cuzzocrea, Elisa Mazzaferro.
Fonti: Calabriagreca.com, Pietro Giannini “Ibico, le gru e Corinto”, Wikipedia.