Secondo gli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca che narra dei viaggi di Paolo di Tarso, al capitolo 28 paragrafo 13 è scritto: “Circumlegentes Devenimus Rhegium” (Costeggiando giungemmo a Reggio). San Paolo quando arrivò nella città dello Stretto proveniva da Alessandria d’Egitto, la sua destinazione era Pozzuoli e infine Roma, dove l’apostolo avrebbe dovuto affrontare un processo in qualità di cittadino romano e dove sarebbe stato martirizzato.
La sosta a Reggio consentì all’apostolo di predicare per la prima volta in Italia alla folla radunata per il festeggiamento della dea Diana nel santuario di Artemide Fascelide sul promontorio di Calamizzi. Ogni anno la dea era venerata con magnifiche danze, riti e sacrifici. A lei era dedicato un magnifico tempio costruito vicino al mare identificato dalle fonti storiche come promontorio Artemisio, che sprofondò in mare per un movimento bradisismico nel 1562. Nel novembre 2007 un gruppo di sub si è immerso in corrispondenza di quest'area (l'odierna Punta Calamizzi) e trovarono i resti del Tempio di Artemide Fascelide.
Quando San Paolo approdò a Reggio, chiese di poter predicare l’evangelo di Cristo agli abitanti e gli fu consentito di parlare ma a una condizione: il tempo a disposizione sarebbe stato scandito da una candela posta sopra una colonna rotta del tempio. Il santo, quindi, avrebbe potuto parlare alla folla solo fino a che la candela non si fosse consumata. Paolo cominciò la sua predicazione, finita la cera però, la colonna incominciò a risplendere di luce come un fuoco vivo e gli permise di continuare a parlare. Con la sua predica riuscì a convertire molti reggini al punto che l’apostolo dovette lasciare un suo discepolo, Stefano di Nicea, come vescovo della nuova comunità.
Si fa risalire a questo avvenimento la fondazione apostolica della Chiesa reggina e insieme il culto di San Paolo che ebbe nei secoli varie chiese a lui dedicate a partire dallo stesso tempio di Diana, dove egli compì il miracolo della colonna, che fu trasformato dai cristiani in luogo di culto.
Nella Cattedrale di Reggio Calabria, nell’altare di destra, è conservata la colonna bruciata che avrebbe consentito la predicazione di Paolo e la creazione della prima chiesa in Italia, sottoposta a Stefano Niceno, poi morto martire (decapitato durante una persecuzione, probabilmente quella di Nerone, per non aver rinnegato la sua fede), primo vescovo della città dello Stretto.
Ricerca ed elaborato grafico a cura di: Ayoub Chbouki, Marcello Giuseppe Giordano, Danilo Giustra.
Fonti: Wikipedia, it.reggiocalabria, Citynow, Vacanzeincalabria.it