Pinacoteca civica, sala 11
Tutor: prof.ssa Anna Benedetto
Scheda a cura di Riccardo Arcudi e Laura Scaramozzino – 5^DT a.s. 2021/2022
Breve biografia dell'autore
Saverio Gatto, scultore e pittore, nacque a Reggio Calabria nel 1877. Egli era figlio di Nicola, armatore locale, e di Concetta Caruso. Quando compì undici anni s'imbarcò come mozzo e a vent’anni conseguì il grado di capitano. Il suo talento artistico si delineò già in tenera età; nel 1896 durante una rappresentazione del Faust al teatro di Reggio Calabria, colpito dall'attore che interpretava Mefistofele, fu spinto a riprodurne le sembianze in un ritratto modellato con impeto nella creta, attirando l’attenzione dello scultore Scerbo. Questi poi lo convinse a frequentare le sue lezioni alla scuola reggina di arti e mestieri e ne divenne presto il suo collaboratore prediletto.
Caratteristiche peculiari della scultura di Gatto furono il colorismo e la sensibilità tipicamente meridionali che emersero fin dalle sue prime opere. Accanto all'esercizio dal vero, altrettanto fondamentale per la sua formazione fu la frequentazione assidua del Museo archeologico di Napoli, grazie alla quale sviluppò un amore per la scultura antica che gli avrebbe fornito molteplici spunti per la scelta dei soggetti e la definizione delle forme.
Gatto si spense nella notte tra il 16 e il 17 novembre 1959 a Napoli, città che lo aveva accolto e lo aveva ispirato.
“La Spina” (scultura in bronzo; altezza: cm. 72, larghezza: cm. 31, profondità: cm. 30) di Saverio Gatto è un piccolo bronzetto del 1928 raffigurante una donna nell’atto di levare una spina dal piede di una compagna.
Infatti, dal 1920 in poi la ricerca artistica di Gatto si rivolse con attenzione ai valori tematici e di composizione, ricercando nelle pose delle sue figure ritmi compositivi complessi ma al tempo stesso molto naturali e armoniosi.
La Spina di Saverio Gatto fu esposta alla VI Biennale di Arte Calabrese e fu acquistata per iniziativa del Podestà di Reggio. Il suo autore rappresenta nella collezione d’arte di Reggio la generazione più moderna della scultura calabrese e napoletana della fine dell’800; è certamente tra le opere di scultura della Pinacoteca più ammirate.
Fonti di ricerca
G. Brigandì (a cura di) – Memorie Preziose – Guida alla Pinacoteca Civica di Reggio Calabria – Laruffa Ed.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pinacoteca_civica_di_Reggio_Calabria
http://www.vv.camcom.it/1/comunicazione/allegati-1/Limen_2_2014.compressed.pdf
http://www.artericerca.com/artisti_italiani_novecento/Gatto%20Saverio%20Biografia.html
Le due figure femminili sono probabilmente le due naiadi, ninfe delle acque, Dafni e Cloe. Le giovani donne sono in posizione precaria perché appunto una delle due è rimasta punta da una spina nel piede destro e la compagna la aiuta cercando di sfilare la spina con le dita.
È una scultura dal disegno libero e aperto, in essa Gatto evita ogni posizione frontale e fa sì che le figure creino con i loro corpi liberamente atteggiati un bel gioco di pieni e di vuoti che si intrecciano dinamicamente nello spazio.
L’opera non si presenta ai nostri occhi come un solido statico e immobile, ma ci offre immagini sempre diverse da qualsiasi punto la si guardi. L’artista trova un bellissimo equilibrio tra riferimenti classici e moderni. Insegue un ideale di bellezza ispirandosi agli antichi della Calabria, e lo rende con un linguaggio personale e moderno.
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