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il Cippo marmoreo

Tutor: prof.ssa Anna Benedetto

Scheda a cura di Maria Sofia Belfiore e Ilaria Vazzana – 4^BT a.s. 2020/2021

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….L’inaugurazione del Cippo marmoreo avvenne il 31 maggio 1932 alla presenza dei Principi di Piemonte Umberto di Savoia e sua moglie Maria Josè.  L’opera si sarebbe dovuta inaugurare già il 31 luglio 1925 nel XXV anniversario del regno di Vittorio Emanuele III, ma la sua realizzazione incontrò notevoli difficoltà economiche e burocratiche, superate poi nel febbraio del 1932.  

Il monumento fu voluto dalla città a ricordo dell’evento del 31 luglio 1900 quando Vittorio Emanuele, in viaggio nelle acque dello Jonio, appresa la notizia dell’omicidio del padre  Re Umberto I, sbarcò a Reggio dal suo yacht Yela per proseguire in treno il viaggio verso Monza.

Il progetto fu redatto dall’architetto palermitano Camillo Autore che, trasfertosi a Reggio Calabria nel 1912, fu personaggio di spicco nella ricostruzione della città dopo il terremoto; prima dell’esecuzione il progetto fu esposto al pubblico nelle vetrine del “Gran Negozio Canova” sul Corso Garibaldi. La realizzazione della statua in bronzo della Dea fu affidata allo scultore messinese Antonio Bonfiglio. L’originaria collocazione del Cippo prima dei lavori di  ristrutturazione del Lungomare era fronte mare con la statua rivolta verso lo Stretto, a significare la difesa sacra delle coste della nazione.

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Solo nel 2001, terminati i  lavori di ristrutturazione del lungomare, il monumento viene girato spalle al mare e fronte alla città. La figura fiera della Dea poggiata su un grande basamento, spicca oggi a ridosso delle onde marine, in uno scenario che muta continuamente durante il corso delle giornate e il susseguirsi delle stagioni.

Nella statua di Bonfiglio Athena indossa una veste da combattimento e sulla testa porta un elmo. Nella mano sinistra tiene uno scudo con il volto di Medusa mentre in quella opposta tiene una lancia pronta per essere scagliata. E' scalza e i dettagli del viso sono molto curati. 

Nota: Il Mito di Athena

Nata dalla testa di Zeus, Athena non era soltanto una dea guerriera ma anche dea della ragione, delle arti, della letteratura e della filosofia, del commercio e dell’industria. Insegnò agli uomini la navigazione, ad arare i campi, ad aggiogare i buoi, a cavalcare e alle donne a tessere, tingere le stoffe e ricamare. Era anche una dea fiera che puniva severamente chi osava competere con lei. Athena non combatte per il gusto del sangue, a differenza di Ares dio della guerra, lei combatte per il trionfo della giustizia dei mortali. La guerra, per Athena, doveva essere combattuta più con la mente che con le armi, più con le strategie che con le stragi. È audace e riflessiva, e lo dimostra quando si trova a competere contro Poseidone, il dio del mare. Davanti a una giuria composta da tutti gli dei, si trattava di fare un dono utile e gradito alla più bella città della Grecia, che ancora non aveva un nome. Poseidone fece comparire un potente cavallo, Athena fece spuntare un ulivo. Gli dei riuniti decretarono che il mite ulivo, simbolo di pace, fosse più utile del cavallo, destinato a tirare carri di guerra. La nuova città fu perciò chiamata Atene e consacrata a Pallade, che vi fu onorata con un tempio magnifico, il Partenone, in cui una statua d'oro e d'avorio, opera di Fidia la ritrae come Athena Parthenos (la vergine perché Athena non volle mai unirsi in matrimonio, preferendo conservare la sua austera verginità. Il suo pudore verginale era fiero e scrupolosissimo). 

Athena partecipò a molte imprese: si schierò con il padre nella guerra contro i Titani; fu giudice nella contesa tra Era e Afrodite; dopo la caduta di Troia aiutò Ulisse nelle sue peripezie; diresse la costruzione della nave Argo; aiutò Perseo nella sua lotta contro Medusa e tante altre imprese.

Athena aveva diversi epiteti: Athena Parthenos (vergine), Athena Promachos (che combatte nelle prime file), Athena Polias (protettrice delle città), Athena Igiea (salute), Athena Soteira (salvatrice), Athena Glaucopsis (dagli occhi scintillanti), e molti altri.

Brevi note bibliografiche dell’artista 

Antonio Bonfiglio nato a Messina il 16 gennaio 1895, fu valido esponente dell’arte siciliana del Novecento, conosciuto sia in Italia che all’estero come scultore, pur avendo esperienza anche come pittore. A causa del terremoto del 1908 perse tutta la sua famiglia. Fu allievo del maestro Saccà, valente modellatore del legno. Si trasferì nel 1912 a Roma per frequentare i corsi serali degli ”Incurabili” e poi quelli di Plastica e Architettura del Museo e per mantenersi gli studi durante il giorno lavorava come intagliatore del legno. Partecipò come soldato alla Prima Guerra Mondiale, per quattro anni. Nel 1922 conseguì il titolo di Professore di Disegno Architettonico all’Istituto di Belle Arti di Roma e la sua carriera iniziò tre anni dopo al suo ritorno a Messina, dove partecipò al concorso nazionale per il monumento ai Caduti. Grazie al suo carattere, apparentemente timido ma in realtà fiero e pieno di volontà, affermò la sua arte lavorando prima sulla creta e poi sul bronzo. Dopo cinque anni, ebbe l’onore di essere il primo scultore isolano a poter partecipare alla XVI Biennale di Venezia. Nel 1929 gli venne conferita una medaglia d’oro all’esposizione Nazionale di Reggio Calabria. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta insegnò Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico “Mattia Preti” di Reggio Calabria. Nel periodo in cui stette in questa città ebbe anche l’incarico di realizzare la statua bronzea di Athena Promachos. Dopo aver dedicato con passione buona parte della sua vita all’ attività artistica, morì nel 1995 a Condrò, in provincia di Messina.   

video tratto dalla sezione "Lo sapevi che: Curiosità"

Fonti di ricerca

Enzo Laganà – Enza Barbaro, Reggio Calabria bella e gentile, Sinefine Edizioni 1991

Agazio Trombetta – la via marina di Reggio Calabria, Ed. Culture 2001

https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/meraviglie-italia-fascista-monumento-vittorio-emanuele-iii-reggio-calabria-83613/

http://it.wikipedia.org/wiki/Arena_dello_Stretto

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