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Reggio anni '70

Tutor: prof.ssa Anna Benedetto

Scheda a cura di Giada Pirrello - classe 5^BT a.s. 2021/2022

Commissionato dall’Amministrazione comunale, esso fu inaugurato nel 2003 a memoria degli eventi che hanno testimoniato la rivolta popolare dell’intera città contro talune decisioni del governo centrale dell’epoca. 

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Infatti, negli anni ’90 il Consiglio Comunale reggino deliberò la realizzazione di un monumento per ricordare quelle giornate e, successivamente, l’Amministrazione guidata dal Sindaco Falcomatà commissionò allo scultore Michele Di Raco l’opera in bronzo che tutti conoscono come monumento ai “Moti di Reggio Calabria”.

L’opera venne appunto inaugurata nel 2003 dal Sindaco Scopelliti, e da allora, ogni anno il 14 di luglio, il Sindaco pro-tempore o un suo rappresentante depone, a nome della Città, una corona di fiori in memoria dei caduti (Labate, Campanella, Iaconis, Curigliano e Bellotti).

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Brevi note storiche: quando e perché la città insorse?

Nei primi anni Settanta a Reggio si ebbero sconvolgimenti di carattere amministrativo a seguito dei violenti disordini di piazza dovuti alla rivendicazione dello status di capoluogo regionale che, per effetto del nuovo statuto ordinario regionale, fu assegnato a Catanzaro. La cittadinanza tutta il 14 luglio 1970 insorse e si ribellò alla decisione del governo dell’epoca di privarla del ruolo di Capoluogo di regione. Vastissima fu la dimensione popolare della protesta. In piazza, per le strade e tra le barricate ci furono uomini e donne, giovani ed anziani, studenti, operai ed impiegati, gente di diverso stato sociale che lottò compatta per rivendicare un diritto. 

La cessazione dei disordini fu raggiunta, dopo un lungo periodo segnato anche dall’intervento dell’esercito e purtroppo da alcune vittime e numerosi feriti, con un compromesso che prevedeva la divisione delle sedi istituzionali, il Governo regionale insediato a Catanzaro con la Presidenza e gran parte degli uffici amministrativi, mentre il Consiglio regionale presente a Reggio Calabria presso Palazzo Campanella, nonché la realizzazione, poi disattesa, di impianti industriali per un rilancio economico del territorio. 

 

Il Monumento è un bassorilievo in bronzo suddiviso in 5 sezioni; ciascuna di esse è un pannello che testimonia un momento particolare di quegli eventi.

  • Nel primo pannello sono presenti quattro militari armati di fucili; nella parte inferiore uno di questi prende la mira e nella parte superiore gli altri tre militari assistono alla scena.

  • Nel secondo sono presenti quattro militari armati. In basso un militare prende la mira, sopra di lui un altro si protegge con uno scudo; nella parte superiore in secondo piano si intravede un carro armato. Questa sezione è autografata in basso a destra.

  • Nel terzo pannello la parte centrale raffigura il corpo di un civile privo di vita e coperto da un telo, a ricordo delle vittime di quegli eventi.

  • Il quarto pannello rappresenta la rivolta del popolo ed è composto da sei figure umane; nella parte inferiore due figure sono sedute a terra mentre nella parte superiore le quattro figure restanti sono colte nel momento in cui passano all’azione contro i militari.

  • L’ultima parte è composta da sei figure di civili, una accovacciata in basso e gli altri personaggi sono sempre in atto di rivolta. Nello sfondo si intravede parte di un carro armato.

 

Le prove d’autore in gesso dell’opera nel 2010 sono state donate dall’autore Michele di Raco in comodato d’uso all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria; esse sono importante patrimonio per gli studenti che frequentano i corsi dell’accademia e per il pubblico che visita le sale espositive.

Brevi note bibliografiche dell’artista 

Di Raco è nato a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, nel 1934. Ha compiuto gli studi presso il Liceo Artistico di Reggio Calabria e successivamente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha frequentato pure la facoltà di Architettura di Palermo. Ha insegnato modellato in Licei e Istituti d’Arte dal 1953 al 1973 ed è stato Preside di Liceo Artistico dal 1974 al 1981. Unitamente all’intensa attività didattica ha svolto una altrettanto significativa opera di scultore in bronzo e di ceramista. Fu discepolo di uno dei più grandi critici internazionali d’arte, Alfonso Frangipane che ha curato le Biennali d’arte in Calabria, che ospitarono a Reggio esposizioni di opere dei maggiori artisti italiani, e in scultura di Monteleone,. 

Principalmente ha operato nell’ambito sacro, progettando ed eseguendo bassorilievi, croci, tabernacoli, arredi, per chiese e cappelle. Dal 1969 ha saltuariamente realizzato modelli per medaglie. Ragguardevole la presenza in mostre ed esposizioni nazionali. E’ presente con le sue opere sul lungomare Falcomatà, ed ha inoltre donato moltissime opere all’Accademia di Belle Arti reggina. Le sue molteplici opere hanno rappresentato l’identità di una città, ma anche di una regione e di tutto il Mediterraneo.

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