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piazza Camagna

Tutor: prof.ssa Anna Benedetto

Scheda a cura di Georgiana Obreja - classe 5^BT a.s. 2022/2023

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La piazza, che è nata con il piano di ricostruzione della città dopo il terremoto del 1908, ha pianta  quadrangolare, è ornata con artistici lampioni e una doppia fila di alberi, è delimitata sul lato sud da  due palazzi in stile liberty del primo novecento e su quello nord dal moderno palazzo Sarlo.  La pavimentazione è in basolato lavico mentre i marciapiedi che la cingono a nord e sud sono in  pietra di Macellari e richiamano quelli del corso Garibaldi. Storica è anche l’edicola in struttura  metallica lì presente, oggi adibita ad altra attività commerciale.  

La piazza sul lato est si raccorda alla sovrastate via Tommaso Campanella attraverso un’alta  parete ed una scalinata con due rampe a tenaglia. 

Ed è proprio questa scalinata, oltre la quale si scorgono i prospetti di alcuni palazzi in stile liberty,  che fa da quinta architettonica al monumento collocato al centro, che raffigura per l’appunto  l’illustre concittadino Biagio Camagna. 

La piazza in origine ebbe il nome di "Piazza Prato", ribattezzata successivamente "Piazza  Camagna" proprio per accogliere degnamente l'opera scultorea in onore dell’apprezzato avvocato  e uomo politico, realizzata dall'artista reggino Domenico Pellegrino subito dopo la sua morte, eretta il 30 agosto 1925 con un'importante sottoscrizione popolare.  

Il monumento ritrae il giurista in uno storico atteggiamento forense, assunto davanti al tribunale  militare di Guerra a Napoli il 3 giugno 1919, a difendere alcuni marinai reggini ingiustamente  accusati di reato. 

La statua commemorativa è in bronzo e poggia su un doppio basamento in marmo bianco sul  quale è incisa un'iscrizione sulla quale si legge: " A REGGIO CALABRIA IL POPOLO 1924".

Chi era Biagio Camagna? 

Esponente del partito liberale, il Camagna è uno dei protagonisti politici indiscussi del nuovo Regno d’Italia,  collezionando ben sette legislature. 

Egli è un avvocato, politico e pubblicista; nasce a Reggio Calabria il 31 gennaio 1858 da Giovanbattista e  Maria Spinelli, l’unico figlio maschio con tre sorelle. Il padre è un avvocato, consigliere comunale e per  qualche tempo fa anche funzioni di sindaco ed è tra i protagonisti dei moti risorgimentali reggini del 1847/48. Camagna, dopo la licenza dal liceo classico conseguita presso il Convitto Nazionale reggino, a soli 20 anni  si laurea in giurisprudenza a Napoli e ritorna a Reggio per esercitare l’avvocatura penale presso lo studio  paterno. 

Nello stesso 1878 inizia la sua attività di pubblicista e giornalista fondando testate quali “Ferruccio”, “Lo  Spartaco” ma soprattutto “La Provincia di Reggio Calabria” in cui affrontò argomenti di politica, arte, critica e  varietà. Si dedica anche a scrivere brevi biografie di personaggi illustri da lui chiamate «Profili calabresi» e  tutti accomunati dall’appartenenza politica alla Sinistra Storica. 

Da giovanissimo si dedica alla politica, infatti, a soli 24 anni, viene eletto consigliere comunale. Intanto la sua  attività forense gli fa guadagnare velocemente considerazione in città per via delle sue battaglie legali a  favore dei più deboli. Tutto questo gli permette di godere di un enorme sostegno politico elettorale tant'è che  la sua fazione politica viene ribattezzata i “camagnini”. 

Nel 1889 viene eletto consigliere provinciale e sostiene battaglie per la crescita della sua città, puntando al  potenziamento del porto 

È il 1892 quando, appena 34enne, entra in Parlamento e rappresenta Reggio Calabria per oltre 25 anni. Il liberaldemocratico Camagna ormai nell'immaginario collettivo è il simbolo reggino a favore del Popolo,  contro Baroni e proprietari. 

Celebre fu il suo alterco con Francesco Crispi che gli fece perdere lo scranno parlamentare. Tra il 1896 e il 1897 Camagna riconquista il seggio battendo il conservatore reggino Demetrio Tripepi.  Resterà in Parlamento fino al 1919 diventando uno dei più affidabili deputati di Giolitti. Ad inizio del ‘900 a Reggio ci sono due grossi politici nazionali: Camagna, semplice deputato giolittiano, e  l’astro nascente Giuseppe De Nava, potentissimo politico conservatore e già con grosse esperienze  ministeriali. Nel 1905 Camagna figura negli iscritti alla Loggia Massonica del Grand’Oriente d’Italia. All'indomani del terremoto del 1908, i due antagonisti si ritrovano comunque a lavorare insieme per la  ricostruzione della città. 

In occasione delle elezioni del 7 marzo 1909 Camagna rischia seriamente di perdere la carica di deputato a  causa della cattiva gestione del post terremoto del 1908. Infatti, nonostante Camagna avesse rassicurato i  concittadini in rapidi e concreti aiuti da parte del governo Giolitti, perde elezioni con uno scarto di soli 30 voti  a favore di De Nava.

De Nava però si è contemporaneamente candidato e ha vinto nel collegio di Bagnara, scegliendo di  rappresentare quest'ultimo. Nelle elezioni suppletive di Reggio, quindi, Biagio Camagna prevale con 600 voti  sull’altro candidato 

Camagna rimane protagonista della vita politica cittadina fino alla conclusione del secondo conflitto mondiale  quando, ormai ultrasessantenne, perde le elezioni e viene escluso dal Parlamento italiano e più in generale  dalla vita politica. 

Da allora rifiuta tutte le proposte di candidatura e torna a dedicarsi all'attività di avvocato e alla famiglia.  Celebre, nel 1919, fu la sua vittoria ad un processo in cui difese presso il Tribunale Militare di Guerra a  Napoli alcuni marinai reggini ingiustamente accusati di reato. 

Un male incurabile lo fa spegnere nell'estate del 1922. 

Biagio Camagna è stato un uomo poliedrico, in tribunale ha fatto appassionate arringhe per difendere i suoi  assistiti poveri e privi di mezzi, in politica è ricordato per le sue aspre polemiche con le giunte municipali  conservatrici e la chiesa reggina (con attacchi personali anche all’allora arcivescovo cardinale Portanova)  per cui ha perso per molto tempo le simpatie dei cattolici e del clero reggino. 

Prima di morire Biagio Camagna dedica questo testamento politico ai suoi elettori “Gratissimo a quanti  votarono il mio nome, resto per la vita legato di riconoscenza all'antico collegio di Reggio Calabria che — sorreggendomi col suo affetto — fu per 27 anni e da solo nella provincia, baluardo invincibile contro la  reazione e la rivoluzione. Torno, senza rimpianto all'intenso lavoro professionale ed all'affetto della famiglia  restando però fino alla morte fedele soldato della Democrazia. Biagio Camagna” e a chi lo ha accusato che  si era arricchito dalla sua attività parlamentare, nel suo ultimo discorso elettorale del 1919 ebbe a dire “… Si  è vero, io avevo una sola casa fabbricata da mio padre … il terremoto l’ha distrutta ed io non posseggo altro  che tre soli metri di terreno là, al camposanto, … Quella è la mia proprietà, non ho altro se non che l’ingegno  ed il vostro affetto! “. 

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Lo sapevi che… 

La statua ha cambiato sede più volte; a partire dal 1968 è stata collocata in piazza Castello di fronte al  tribunale reggino, per poi ritornare nella sua sede originaria nel 2007 grazie ad una petizione popolare voluta  da numerose associazioni culturali cittadine.  

L'opera viene commissionata dal generale Nicola D'Avanza, nella veste di commissario del Comune di  Reggio Calabria, per ricordare l'insigne giurista, uomo politico vicino al popolo e grande oratore. Una  delibera comunale autorizza la collocazione del manufatto a piazza Prato, quindi ribattezzata "piazza  Camagna". 

Il 14 ottobre 1967 il Comune di Reggio Calabria, con provvedimento della Giunta Municipale n. 3437,  approva la perizia relativa ai lavori di trasferimento del monumento a Biagio Camagna dall'omonima  piazza a piazza Castello. 

Passati 30 anni, dopo una petizione denominata “Un posto per Camagna” per il ritorno della statua nella sua  sede originaria, ad opera del Circolo culturale "L'Agorà" e sostenuta molti cittadini, (progetto di massima  posto all'attenzione dell'Amministrazione Comunale, del presidente della I Circoscrizione Centro Storico e  della Sovrintendenza ai Beni Architettonici Sovrintendenza della Calabria sezione di Reggio Calabria il 23  febbraio 1999) la III Commissione Consiliare del Comune di Reggio con nota n. 18/99 esprime parere  favorevole a maggioranza. 

Così, circa un decennio dopo, viene deciso di riportare il monumento a Biagio Camagna nella sua sede  originaria, in occasione dei lavori di ristrutturazione della piazza stessa iniziati nel 2007. 

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Brevi note bibliografiche dell'artista

Domenico Pellegrino fu attivo a Napoli a fianco dello scultore Francesco Jerace nella decorazione plastica  della facciata del Duomo e nella sistemazione scultorea dell'atrio del palazzo dell'Università Federico II. Nel  parco della Villa comunale di Napoli è conservato il busto in marmo di Luigi Settembrini, eseguito nel 1920;  nel 1925 realizza a Reggio Calabria il Monumento a Biagio Camagna; nel 1926 a Marano di Napoli esegue il  Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale; nel 1930 è documentato a Reggio Calabria dove esegue  il Monumento complesso Fante.

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